Giacomo Maggiore e la Grande Opera
Dei dodici Apostoli il più interessante è senza dubbio Giacomo il Maggiore.
Giacomo rappresenta il mercurio della filosofia Segreta, il Mercurio è il fondamento della Grande Opera.
Gli insegnamenti relativi alla Grande Opera provengono dal Padre di tutte le Luci e raggiungono la mente attraverso Giacomo l’Apostolo.
Il Giacomo Interiore
Ma non pensiamo al Giacomo storico ripeto, parlo del Giacomo Interiore di ognuno di noi.
Ho una grande ammirazione per Giacomo Interiore, che altro non è che il mercurio dei saggi.
Quel Mercurio è lo stesso Giacomo, l’Apostolo Giacomo dentro di noi.
Giacomo è rappresentato con una conchiglia sul cappello, simile a una stella splendente.
Porta un bastone, una verga o bacolo, simbolo della spina dorsale dell’adepto, e una zucca, contenente l’Acqua della Vita.
Porta nelle sue mani anche l’Apocalisse, che è il libro della Sapienza, dove si trovano tutte le regole dell’Alchimia, tutta la scienza degli alchimisti medievali.
Il patrono della Grande Opera
Ora capirete perché provo così tanta ammirazione per il Santo Patrono della Grande Opera.
Ma non è fuori da noi stessi, ma dentro di noi, Giacomo il Maggiore.
Anche Pietro è dentro di noi, ci insegna tutto il lavoro nella Grande Opera. Ma non c’è dubbio che l’insegnamento principale, sulla Grande Opera, viene ricevuto tramite Giacomo.
Il Padre di tutte le luci, attraverso Giacomo, ci fa conoscere la Scienza trascendentale della Grande Opera.
Giacomo, quel grande Maestro, dicono sia quello che più somigliava al Gran Kabir Gesù. Lo chiamavano il fratello del Signore ed è ovvio che avesse grandi poteri magici e psichici.
Le tradizioni raccontano che dovette affrontare il mago nero Ermogene, in Giudea. Giacomo, poiché conosceva l’alta magia, combatté saggiamente l’oscurità.
Tuttavia, Giacomo era considerato un mago e lo era, al di là di ogni dubbio, e fu condannato a morte. Ma accadde qualcosa di insolito: il suo sarcofago rimase sospeso in aria e fu trasportato nell’antica Spagna.
È vero che lì si parla di Santiago di Compostela, e si dice sia risorto dai morti e che in quella terra è stato attaccato dai demoni dall’aspetto di toro e dal fuoco vivo.
L’epistola universale
Vi consiglio di studiare l’Epistola Universale di Giacomo nella Bibbia. È indubbiamente meravigliosa.
È rivolta a tutti noi che lavoriamo nella Grande Opera.
Puoi ascoltare qui, dalle mie labbra, tutta la dottrina del Grande Arcano, tutte le spiegazioni che diamo sugli alchimisti e sulla Grande Opera, ma se non realizzi la Grande Opera, se non lavori nella Grande Opera, se hai solo fede e nient’altro, se non lavori, dice Giacomo: siete simili “a chi guarda uno specchio, e vede il suo volto nello specchio, gira le spalle e se ne va“, dimenticando l’episodio.
Il dono della lingua
Giacomo dice che dobbiamo frenare la lingua, chi sa come frenare la lingua, può trattenere tutto il corpo, e ci dà come esempio il caso del cavallo, al cavallo viene messo il morso in bocca, sul muso, ed è così che riusciamo a padroneggiarlo, gestirlo.
Lo stesso accadrebbe se trattenessimo la lingua, diventeremmo padroni di tutto il nostro corpo.
La lingua è piccola, sì ma, che grandi fuochi crea!
Ci viene insegnato, in quell’epistola, a non vantarci mai di nulla. Chi si vanta di sé stesso, delle proprie opere, di ciò che ha fatto, è senza dubbio arrogante, pedante e fallisce nella Grande Opera.
Dobbiamo umiliarci davanti alla divinità, essere sempre più umili ogni giorno, se vogliamo lavorare nella Grande Opera. Non vantarti mai di nulla, sii sempre semplice!
Questo è fondamentale quando vuoi avere successo nella Grande Opera, nel Magnus Opus.
brani estratti dalle conferenze
La Cristificazione – Magnus Opus, l’Autoconoscenza dell’Essere – La corrente del suono – I diversi mondi o regioni dell’Universo