La molteplicità dell’io psicologico
Il corpo fisico, se non è malato, è un’unità completa e lavora come un insieme organico.
La vita interiore dell’umanoide, tuttavia, non è affatto un’unità psicologica.
La cosa più grave di tutto ciò, a dispetto di quanto detto dalle varie scuole pseudo-esoteriche e pseudo-occultiste, è la mancanza di organizzazione psicologica nel profondo di ogni soggetto.
Certamente in tali condizioni non esiste nella vita interiore delle persone un armonioso lavoro d’insieme.
È indubbio che questa mancanza di unità psicologica nell’umanoide è la causa di tante difficoltà e amarezze.
La molteplicità psicologica
Per quanto riguarda il suo stato interiore, l’umanoide è una molteplicità psicologica, una somma di io.
Il povero animale intellettuale, erroneamente chiamato uomo, è simile ad una casa in disordine in cui, invece di un padrone, vi sono molti servitori che vogliono sempre comandare e fare ciò che più gli piace.
I dotti ignoranti di quest’epoca tenebrosa rendono culto all’io, lo divinizzano, lo pongono sugli altari, lo chiamano alter ego, io superiore, io divino, ecc.
L’errore più grande dello pseudo-esoterismo e dello pseudo-occultismo a buon mercato è supporre, riguardo noi e gli altri, di possedere un io permanente e immutabile senza principio né fine.
L’umanoide non ha di certo un io permanente, ma una moltitudine di io diversi, subumani ed assurdi.
Se coloro che la pensano in questo modo risvegliassero anche solo per un attimo la Coscienza, potrebbero verificare da sé e in modo chiaro che l’umanoide razionale non è mai lo stesso per molto tempo.
La mutevolezza dell’io
Il mammifero intellettuale, dal punto di vista psicologico, cambia continuamente.
In ogni persona vivono molte persone, molti io; ogni persona sveglia, cosciente, lo può verificare direttamente da sé.
Nessuna persona rimane continuamente la stessa; in realtà non è necessaria una grande saggezza per rendersi perfettamente conto degli innumerevoli cambiamenti e contraddizioni presenti in ogni soggetto.
Brani estratti dal capitolo 10 del libro
Trattato Esoterico di Psicologia Rivoluzionaria