I 3 stati del bardo e la liberazione intermedia
Lo stato intellettuale comune ed ordinario della vita quotidiana non è tutto, il Libro Tibetano dei Morti dice: “Oh nobile figlio, ascolta con attenzione e senza distrarti. Ci sono sei stati transitori del Bardo che sono: lo stato naturale del Bardo durante la concezione; il Bardo dello stato dei sogni; il Bardo dell’equilibrio statico nella meditazione profonda; il Bardo del momento della morte; il Bardo dell’equilibrio e dell’esperienza della realtà ed il Bardo del processo inverso dell’esistenza samsarica (ricapitolazione retrospettiva della vita che è appena finita). Questi sono i sei stati”.
Con l’esotico temine di Bardo, gli iniziati tibetani definiscono intelligentemente quei sei stati di coscienza diversi, distinti dal solito stato intellettuale comune ed ordinario della vita quotidiana.
I 3 stati del bardo
Tutti coloro che muoiono devono sperimentare tre Bardi: il Bardo del momento della morte, il Bardo dell’esperienza della realtà ed il Bardo della ricerca della rinascita.
Esistono quattro stati della materia dentro ai quali si sviluppano tutti i misteri della vita e della morte.
Esistono quattro cerchi, quattro regioni, dentro alle quali sono rappresentati tutti i mondi ed i tempi della materia: lo stato minerale, lo stato cellulare, lo stato molecolare ed lo stato elettronico. Questi sono i quattro vecchi mondi: l’inferno, la terra, il paradiso ed il cielo.
Ogni disincarnato deve sforzarsi di raggiungere la liberazione intermedia, uno stato simile a quello del Buddha, nel mondo degli elettroni liberi.
La liberazione intermedia
È urgente sapere che la liberazione intermedia è la felicità senza limiti tra la morte e la nuova nascita.
Nelle regioni molecolari ed elettroniche esistono molte nazioni o regni dall’immensa felicità, dove ogni disincarnato può nascere internamente, se la legge del Karma lo permette.
Coloro che hanno un buon Darma, le persone che hanno fatto molte buone opere, possono permettersi il lusso di fare delle belle vacanze tra la morte e la nuova nascita.
I diversi regni delle regioni molecolari ed elettroniche risplendono di felicità.
Esistono molti maestri che aiutano i defunti che lo meritano. Quei maestri hanno metodi e sistemi per orientare per qualche tempo la Buddhata, l’Essenza, l’Anima nel lavoro di liberazione dai corpi lunari e dall’ego, per entrare nei regni delle regioni molecolari ed elettroniche.
È spiacevole che l’Anima, l’Essenza, debba ritornare nei suoi corpi lunari dentro i quali abita l’ego. Tale ritorno è inevitabile per poter rinascere nel mondo.
Ogni anima, dopo la morte, può ascendere ai regni della felicità dei mondi molecolari ed elettronici, o discendere nei mondi inferni del regno minerale, oppure ritornare immediatamente o in modo graduale, ad un corpo simile a quello che aveva in passato.
Queste tre strade del ponte fatale di Chivat sono descritte saggiamente e con chiarezza sorprendente nella leggenda di Zoroastro:
“Tutti coloro, le cui buone opere eccedano di tre grammi il loro peccato, vanno al cielo, tutti coloro il cui peccato è maggiore, all’inferno, mentre colui che ha entrambi uguali, rimane nell’Hamistikan, fino al corpo futuro o resurrezione.”
La liberazione intermedia, la felicità nei regni delle regioni molecolari ed elettroniche ha un limite. Finita la ricompensa, l’Essenza ritorna nei corpi lunari dove dimora l’ego; poi avviene il ritorno, la reincorporazione, l’ingresso in una nuova matrice.
L’ego, attraverso il tempo, si è complicato troppo, si è irrobustito esageratamente e per ciò l’Essenza, l’Anima è troppo imprigionata dentro i corpi lunari.
In questi tempi di crisi mondiale, la maggior parte delle Anime nasce nell’inferno (regno minerale) per non ritornare, o si reincarna immediatamente senza ascendere ai regni degli dèi.
La grande legge dà all’essere umano solo centootto vite, questo ci ricorda la collana del Buddha con i suoi centootto grani.
Se l’essere umano non sa approfittare dei 108 grani della collana del Buddha, se l’essere umano non riesce ad autorealizzarsi durante queste centootto vite, allora nasce nei mondi inferni della natura.
Autorealizzazione intima
Il fatto dell’autorealizzazione intima è possibile solo a seguito di tremendi super-sforzi, e all’umanità non piacciono i super-sforzi; le persone dicono solo: mangiamo e beviamo che domani moriremo.
L’autorealizzazione intima non può mai essere il risultato di leggi meccaniche, anche quando queste ultime siano di tipo evolutivo.
La legge dell’evoluzione e la sua sorella gemella, la legge dell’involuzione, sono leggi puramente meccaniche della natura che non possono autorealizzare nessuno.
Chi vuole autorealizzarsi deve porsi sul sentiero del filo del rasoio, nel difficile cammino della rivoluzione della coscienza. Questo cammino è più amaro del fiele, questo cammino non piace a nessuno.
È necessario che nasca il Maestro segreto dentro di noi, è necessario morire, l’ego deve morire. È urgente sacrificarci per l’umanità, questa è la legge del Logos Solare, il quale si sacrifica crocifiggendosi nei mondi, affinché tutti gli esseri abbiano vita e l’abbiano in abbondanza.
estratto dal capitolo 13 del libro
La Collana del Buddha – 1966