Personalità umana e dissoluzione dell’io
Un uomo nacque nel 1900, visse sessantacinque anni e poi morì. Dove si trovava prima del 1900 e dove sarà dopo il 1965? La scienza ufficiale non sa nulla di tutto ciò.
Il tempo è rotondo e la vita della personalità umana è una curva chiusa.
La vita della personalità umana si sviluppa nel “suo” tempo, nasce nel suo tempo, muore nel suo tempo e mai potrà esistere al di là di questo tempo.
La morte e la vita sono due estremi che si toccano.
Una vita termina per l’uomo che muore ma ne inizia un’altra. Un tempo finisce ed un altro incomincia. La morte è intimamente vincolata all’eterno ritorno.
Se però, la personalità umana perisce con la morte, che cos’è che ritorna?
L’io plurale
Bisogna chiarire una volta per tutte che ciò che continua dopo la morte è l’io, ciò che ritorna è l’io, ciò che ritorna in questa valle di lacrime è l’io.
È necessario che i nostri lettori non confondano la Legge del Ritorno con la teoria della Reincarnazione insegnata dalla moderna teosofia.
Ogni ritorno implica la fabbricazione di una nuova personalità umana; questa si forma durante i primi sette anni dell’infanzia.
Il bambino apprende più con l’esempio che con lo studio. Un errato modo di vivere, l’esempio assurdo, i costumi degenerati degli adulti, danno alla personalità del bambino il tratto peculiare scettico e perverso dell’epoca in cui viviamo.
È urgente comprendere la necessità di stabilire un vero equilibrio nelle famiglie.
È indispensabile sapere che la dolcezza e la severità devono equilibrarsi mutuamente sui piatti della bilancia della giustizia.
La personalità nel bambino
Durante i primi tre o quattro anni di vita si manifesta nel bambino soltanto la bellezza dell’essenza.
Quando l’ego comincia a controllare la tenera personalità del bambino, tutta la bellezza dell’essenza scompare e al suo posto affiorano i difetti psicologici propri di ogni essere umano.
Nell’essenza c’è tutto ciò che è “proprio”, nella personalità tutto quello che invece è prestato. Nell’essenza abbiamo molte qualità innate, nella personalità abbiamo invece l’esempio dei nostri superiori, ciò che abbiamo appreso in casa, a scuola e per strada.
Alcuni confondono la personalità con l’essenza e altri invece confondono l’ego o io con l’essenza. Sono molte le scuole pseudo-esoteriche o pseudo-occultiste che hanno come meta dei loro studi la vita impersonale.
Il problema della dissoluzione dell’io
È necessario chiarire che non è la personalità che dobbiamo dissolvere. Il problema della dissoluzione dell’io confonde ed infastidisce molti pseudo-esoteristi.
Sono convinti che l’ego sia divino e ritengono che l’ego sia lo stesso Essere, la Monade divina.
Molti affermano stupidamente che in noi esiste un io superiore o divino e un io inferiore.
Superiore e inferiore sono sempre due sezioni della stessa cosa: io superiore e io inferiore sono due sezioni dello stesso ego.
Attraverso la personalità può manifestarsi l’ego o l’Essere, tutto dipende da noi stessi.
È urgente dissolvere l’io, l’ego, perché attraverso la nostra personalità si manifesti solamente l’essenza del nostro vero Essere.
Brani estratti dal capitolo 24 del libro