Esperienza del reale e vuoto illuminante
Sulla soglia solenne del tempio di Delfi si trovava un’iscrizione ieratica scolpita nella pietra viva che diceva così:
“Conosci te stesso”, “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei”.
Se davvero, in modo sincero vogliamo stabilire la base per la corretta meditazione, è necessario comprendere noi stessi in tutti i livelli della mente.
Stabilire la corretta base della meditazione significa di fatto essere liberi dall’ambizione, dall’egoismo, dalla paura, dall’odio, dalla cupidigia di poteri psichici, dall’ansia dei risultati.
Meditazione e conoscenza di sé
La mente rimane quieta e in un silenzio profondo ed imponente. Dal punto di vista rigorosamente logico è del tutto assurdo volere sperimentare il reale senza conoscere noi stessi.
Chi voglia stabilire veramente la pietra basilare della meditazione nella sua mente, deve porre piena attenzione nei valori positivi e negativi del nostro intendimento e comprenderli integralmente, non solo a livello meramente intellettuale.
Lo studio profondo di tutti questi valori significa di fatto conoscenza di se stessi.
Ogni film sullo schermo della mente ha un principio ed una fine. Quando termina la sfilata delle forme, dei desideri, delle passioni, delle ambizioni, dei ricordi, allora la mente rimane quieta ed in profondo silenzio, vuota da ogni tipo di pensiero.
Il vuoto illuminante
L’irruzione del vuoto dentro la nostra mente permette di sperimentare, sentire, vivere un elemento che trasforma, questo elemento è il reale.
La vera quiete ed il silenzio naturale e spontaneo della mente arrivano a noi come una grazia, come una fortuna.
Solo quando la mente si trova in un delizioso silenzio, irrompe il vuoto illuminante.
Cercare di discutere sul vuoto dentro i limiti di una lingua limitata dalle forme dell’esistenza, è senza dubbio, sciocco ed assolutamente errato.
Il vuoto e l’esistenza si completano fra di loro e non sono in opposizione. Il vuoto e l’esistenza si comprendono a vicenda e si abbracciano.
Il vuoto è semplicemente il termine che denota la natura non sostanziale e non personale degli esseri, è un segnale dello stato di assoluta libertà e distacco.
È possibile raggiungere l’esperienza del reale solamente quando il pensiero è terminato.
L’irruzione del vuoto ci permette di sperimentare la chiara luce della pura realtà.
Brani estratti dal capitolo 30 del libro