L’Autorealizzazione e il Paranishpanna
La stella che guida il nostro interiore è un atomo superdivino dello Spazio Astratto Assoluto.
Il nome cabalistico di questo atomo è il sacro Ain Soph. Ain Soph è la nostra stella atomica.
Questa stella risplende piena di gloria nello Spazio Astratto Assoluto.
L’Ain Soph, la stella che guida il nostro interiore, inviò il suo raggio al mondo affinché prendesse coscienza della sua felicità.
Lo Spazio Astratto Assoluto, lo spirito universale di vita, è felicità assoluta, suprema pace ed abbondanza.
Evoluzione, desiderio e dolore
Siamo già passati attraverso l’involuzione (la discesa dello Spirito nella materia). Abbiamo già sofferto orribilmente nell’evoluzione (processo di complessità dell’energia).
Ora è urgente una rivoluzione totale (la dissoluzione dell’io).
L’Abisso è terribilmente doloroso. L’orribile antitesi dell’Ain Soph è l’Abisso, i Qliphoth della Cabala. I Qliphoth sono atomici, i tenebrosi del sentiero lunare.
Il raggio (lo Spirito) ebbe coscienza minerale, vegetale ed animale.
Sfortunatamente, nel seno profondo della voragine della fitta foresta, il desiderio selvaggio fece nascere l’io.
Ed in questo modo rimanemmo sottomessi alla Legge dell’Evoluzione e del Karma. Le esperienze ed il dolore resero l’io sempre più complesso: l’evoluzione è un processo di complessità dell’energia.
L’io si irrobustì e si rese più complesso con le esperienze.
Dissoluzione dell’io
Quando l’uomo dissolve l’io c’è rivoluzione totale. L’uomo potrà smettere di soffrire solo quando sarà capace di dissolvere l’io.
Il dolore è il risultato delle nostre cattive azioni. Quelli che fanno del dolore una mistica sono dei masochisti.
La radice dell’io è il desiderio. Il desiderio si trasmuta con l’alchimia.
Analizzate tutti i difetti umani e vedrete che hanno il loro fondamento nel desiderio. Trasmutate il desiderio tramite l’alchimia e il desiderio scomparirà.
Se si vuole annientare il desiderio bisogna trasmutare. Il desiderio sessuale si trasforma in volontà e la volontà è fuoco. Il desiderio di accumulazione (cupidigia) si trasmuta in altruismo. L’ira (desiderio frustrato) si trasmuta in dolcezza; l’invidia (desiderio frustrato) si trasmuta in allegria per il bene altrui. Le parole del desiderio si trasmutano in verbo di sapienza e così via.
L’Ain Soph e gli atomi-seme
La Corona sephirotica è la prima Triade che emana dall’Ain Soph.
In ultima sintesi ognuno di noi non è altro che un atomo dello Spazio Astratto Assoluto, l’Ain Soph, che è segretamente in rapporto con la ghiandola pineale, chakra sahasrara o Chiesa di Laodicea.
Dobbiamo fare una differenziazione specifica fra l’Ain Soph e l’Ain Soph Paranishpanna: nel primo caso non esiste autorealizzazione interiore, nel secondo caso sì. Qualsiasi Mahatma sa molto bene che prima di entrare nell’Assoluto è necessario dissolvere i corpi solari.
Di ognuno di questi veicoli cristici, una volta dissolti, resta un atomo-seme.
È ovvio che i quattro atomi-seme si assorbano dentro l’atomo superdivino Ain Soph Paranishpanna insieme all’essenza, ai princîpi spirituali, alle leggi e alle tre forze primarie.
Poi arriva la notte profonda del Mahapralaya.
L’Ain Soph senza autorealizzazione intima non possiede i quattro atomi-seme, è un atomo semplice dello Spazio Astratto Assoluto.
Dall’Ain Soph Paranishpanna emanano i quattro corpi con cui la Seità si veste.
Non esageriamo affatto se enfatizziamo l’idea trascendentale alchemica che un Ain Soph Paranishpanna possiede dentro di sé i quattro atomi-seme C – O – N – H (Carbonio, Ossigeno, Azoto e Idrogeno).
Con questi quattro atomi alchemici l’Ain Soph Paranishpanna ricostruisce il Carro di Merkavah (i corpi solari) per entrare in qualsiasi universo quando è necessario.
Brani estratti dal capitolo 53 del libro