La maturità e la vecchiaia
L’età matura
La maturità inizia a trentacinque anni e termina a cinquantasei. L’uomo in età matura deve saper governare la sua casa ed orientare i suoi figli.
Ogni uomo maturo sa per esperienza propria che i figli imitano il suo esempio e che, se quest’ultimo è errato, traccerà sentieri assurdi per i suoi discendenti.
Sull’uomo maturo pesa la responsabilità di tutta la famiglia ed è chiaro che se va per delle strade sbagliate porterà al mondo più disordine, più confusione, più amarezze.
È necessario che l’uomo maturo sappia vivere la sua epoca correttamente. È urgente che l’uomo maturo comprenda che la gioventù è già passata.
È ridicolo voler ripetere nella maturità gli stessi drammi e scene della giovinezza.
Ogni epoca ha la sua bellezza e bisogna saperla vivere.
L’uomo maturo deve saper lavorare molto intensamente prima che arrivi la vecchiaia. Come la formica agisce previdentemente portando foglie nel suo formicaio prima che arrivi il crudo inverno, allo stesso modo deve agire con rapidità e previsione l’uomo maturo.
La vecchiaia
Il tempo mette in luce tutto quello che ora è occulto e copre, nasconde, tutto ciò che in questo momento brilla con splendore. La vecchiaia è come l’amore, non può essere nascosta anche quando si traveste con gli abiti della gioventù.
La vecchiaia abbatte l’orgoglio degli uomini e li umilia, ma una cosa è essere umili ed un’altra venire umiliati.
Tutti gli uomini covano la speranza di vivere una vita lunga ed arrivare ad essere vecchi, ciò nonostante la vecchiaia li spaventi.
La vecchiaia inizia a cinquantasei anni e si svolge in periodi di sette anni che ci portano fino alla decadenza e alla morte.
L’io psicologico in vecchiaia
L’io psicologico, il me stesso, l’ego non migliora con gli anni e l’esperienza, si complica. L’io psicologico dei vecchi difficili si auto-consola dando bei consigli essendo incapace di dare brutti esempi.
È del tutto dimostrato dall’osservazione e dall’esperienza che quando i vizi ci abbandonano, ci fa piacere pensare che siamo stati a noi a fuggire da loro.
I vecchi vivono nel passato, i vecchi sono il risultato di molti ieri ed ignorano totalmente il momento in cui vivono, i vecchi sono memoria accumulata.
La vecchiaia ha un gran senso di serenità e di libertà per coloro che riescono a dissolvere l’io.
Quando le passioni sono morte in modo radicale, totale e definitivo, l’uomo si libera non da uno ma da molti padroni.
L’anziano Maestro che ormai non ha l’io è di fatto la piena manifestazione dell’Essere divino.
Brani estratti dai capitoli 27 e 28 del libro