La conoscenza di se stessi – audio
Trascrizione in italiano estratto conferenza
Bene, tutti qui riuniti, converseremo un po’ sulle inquietudini dello spirito. Innanzitutto, abbiamo bisogno della comprensione creatrice.
Realmente la cosa fondamentale nella vita è arrivare a conoscere se stessi: da dove veniamo? Dove andiamo? Qual è l’obiettivo dell’esistenza? Perché viviamo? A quale scopo viviamo? Ecc., ecc., ecc.
Certamente quella frase sul timpano del Tempio di Delfi è un assioma, Nosce te ipsum: uomo conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei.
Conoscere se stessi è fondamentale; tutti credono di conoscere se stessi ma in realtà non si conoscono.
Dunque, è necessario giungere alla piena conoscenza di se stessi e questo richiede un’incessante auto-osservazione: abbiamo bisogno di vederci così come siamo.
Sfortunatamente le persone, mentre ammettono facilmente di avere un corpo fisico, hanno difficoltà a comprendere la loro stessa psicologia ad accettarla in modo crudo, reale. Accettano di avere il corpo fisico perché possono vederlo, toccarlo, sentirlo però la psicologia è un po’ diversa, differente.
È certo che -poiché non possono vedere la loro stessa psiche, non possono toccarla, sentirla- per loro rimane come qualcosa di vago, che non intendono.
Quando una persona inizia ad osservare se stessa, questo è un segno inequivocabile che ha intenzione di cambiare. Quando qualcuno osserva se stesso, guarda se stesso, già questo ci indica che sta diventando differente dagli altri.
Nelle diverse circostanze della vita noi possiamo auto-scoprirci. È dai diversi avvenimenti dell’esistenza che noi possiamo estrarre il materiale psichico necessario al risveglio della coscienza.
Nel relazionarci con le persone -in casa, in strada, in campagna, a scuola, in fabbrica, ecc.- i difetti che teniamo nascosti affiorano spontaneamente e, stando in allerta e vigili come la vedetta in tempo di guerra, allora li vediamo.
Un difetto scoperto deve essere compreso integralmente in tutti i livelli della mente. Per esempio, supponendo di vivere una scena d’ira, dovremo comprendere tutto ciò che è successo.
Supponiamo di avere un piccolo litigio. Magari entriamo in un negozio, chiediamo qualcosa e l’impiegato ci porta una cosa che non abbiamo chiesto; allora ci irritiamo leggermente.
Signore –gli diciamo– ma io le ho chiesto una cosa e lei me ne sta portando un’altra…non si rende conto che ho fretta, che non posso perdere il mio tempo?
Ecco qui un piccolo litigio, un piccolo cruccio; è ovvio che abbiamo bisogno di comprendere che cosa è successo.
Se andiamo a casa, dobbiamo immediatamente concentrarci profondamente sull’accaduto e se scaviamo a fondo nei motivi intimi che ci hanno fatto agire in quel modo -rimproverare l’impiegato o il cameriere perché non ci ha portato quello che gli abbiamo chiesto- scopriremo la nostra stessa auto-importanza.
Vale a dire: siamo arrivati a crederci molto importanti. Ovviamente c’è stato in noi quello che si chiama presunzione, orgoglio, irritabilità. Ed ecco l’impazienza, ecco i vari difetti! L’impazienza è un difetto, la presunzione è un altro difetto; l’autoimportanza, il sentirci molto importanti, ecco un altro difetto!
L’orgoglio, il sentirci molto grandi e vedere con disprezzo il cameriere che ci sta servendo: tutti questi motivi ci hanno fatto comportare in modo disarmonico. Abbiamo scoperto, toccandoli superficialmente, vari io che però devono essere lavorati, compresi.
Sarà necessario studiare a fondo cos’è l’io della presunzione, sarà necessario comprendere totalmente, sarà necessario analizzare, sarà necessario studiare a fondo cos’è l’io dell’orgoglio. Sarà necessario studiare a fondo cos’è l’io dell’autoimportanza. Sarà necessario studiare a fondo cos’è l’io della mancanza di pazienza, cos’è l’io dell’ira.
In un gruppo di io, ciascuno deve essere compreso separandolo, studiandolo, analizzandolo. È necessario accettare che dietro un piccolo evento insignificante, si nasconda un gruppo di io e che questi, naturalmente, sono attivi. È necessario che ciascun io venga studiato separatamente.
Dentro ciascuno di essi è imbottigliata l’essenza, vale a dire la coscienza.
Dunque è necessario disintegrarli, annichilirli, ridurli in polvere cosmica. Per disintegrarli, dovremo concentrarci nella Divina Madre Kundalini, supplicarla, pregarla di ridurli in polvere.
Per prima cosa sarà necessario comprendere un difetto –supponiamo l’ira– e poi, dopo averlo compreso, allora dobbiamo supplicare la Divina Madre Kundalini che lo elimini. Dopo aver compreso l’impazienza, dopo aver compreso l’autoimportanza dobbiamo supplicarla di eliminare tale errore.
Perché ci crediamo importanti, se non siamo che miseri vermi del fango della terra? Su cosa basiamo la nostra auto-importanza, su cosa la fondiamo? In realtà non c’è una base per la nostra autoimportanza, perché non siamo nulla. Ognuno di noi non è che un vile verme del fango della terra.
Cosa siamo davanti all’infinito, davanti alla galassia in cui viviamo, davanti ai milioni di mondi che popolano lo spazio senza fine? Perché sentirci importanti?
Così, analizzando ciascuno dei nostri difetti, li comprenderemo e ogni difetto che abbiamo compreso deve essere eliminato con l’aiuto della Divina Madre Kundalini. È ovvio che sarà necessario pregarla, che sarà necessario supplicarla di eliminare il difetto che stiamo comprendendo.
A una scena, dunque, prendono parte vari io. Consideriamo un’altra scena, per esempio, di gelosia. Indubbiamente è grave che in una scena di gelosia entrino anche svariati io.
Se un uomo trova improvvisamente una donna che sta parlando con un altro uomo molto tranquillamente, alla fine, cosa vuol dire questo? Sarà geloso –probabilmente sì–, litigherà con la donna, è chiaro.
Però se osserviamo questa scena, vi troviamo gelosia, ira, amor proprio, svariati io. Se l’io dell’amor proprio si è sentito ferito, la gelosia entrerà in azione e anche l’ira.
Qualsiasi scena, qualsiasi avvenimento, qualsiasi evento deve servirci come base per l’autoscoperta.
In qualsiasi evento scopriremo che abbiamo dentro noi stessi svariati io, questo è ovvio, svariati io. Per tutti questi motivi è necessario essere in allerta e vigili come la vedetta in tempo di guerra.
È indispensabile lo stato di allerta percezione, di allerta novità.
Se non ci comportiamo in questo modo, la coscienza continuerà a rimanere dentro gli aggregati psichici che gravano dentro di noi e non si risveglierà mai.
Dobbiamo comprendere…
Estratto dalla conferenza
La conoscenza di se stessi