Il libro della vita e la malattia del domani
Una persona è quello che è la sua vita. Ciò che continua oltre la morte è la vita.
È questo il significato del libro della vita che si apre con la morte.
Osservando la questione da un punto di vista strettamente psicologico, un qualsiasi giorno della nostra vita è realmente una piccola replica dell’intera esistenza.
Da tutto questo possiamo dedurre quanto segue:
La malattia del domani
Quando si dice di voler lavorare su se stessi, ma non si lavora oggi e si rimanda tutto a domani, tale affermazione sarà un semplice progetto e nient’altro, perché nell’oggi c’è la replica di tutta la nostra vita.
Dobbiamo lavorare su noi stessi oggi, con la massima e inderogabile urgenza, e non sognare pigramente un futuro o un’opportunità straordinaria.
Al riguardo esiste un detto popolare che dice:
“Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi”.
Coloro che dicono: “Prima farò quella certa cosa, poi lavorerò”, non lavoreranno mai su se stessi.
Questa è ciò che in psicologia si chiama la “malattia del domani”, non cambierà mai.
Auto-osservazione e lavoro su di sé
Auto-osserviamoci oggi stesso, nell’ambito del giorno che sempre ricorre, miniatura della nostra intera vita.
Quando un uomo inizia a lavorare su di sé oggi stesso, quando osserva i propri dispiaceri e le proprie pene, sta seguendo la strada del successo.
Non è possibile eliminare ciò che non conosciamo. Prima dobbiamo osservare i nostri errori.
La giornata ricorrente
Dobbiamo conoscere non solo la nostra giornata, ma anche il rapporto che abbiamo con essa.
Vi è una certa “giornata normale” che ogni persona sperimenta direttamente, salvo i fatti insoliti, inconsueti.
È interessante osservare la ricorrenza quotidiana, la ripetizione per ogni persona di parole, di fatti, ecc.
Questa ripetizione o ricorrenza di eventi e di parole merita di essere studiata, ci porta all’autoconoscenza.
Brani estratti dal capitolo 16 del libro
Trattato Esoterico di Psicologia Rivoluzionaria